“A cavallo del primo quarto di luna”, Giuseppe Tardino al microfono di Lavinia Napoli.

10 Giugno 2018

“A cavallo del primo quarto di luna”, Giuseppe Tardino al microfono di Lavinia Napoli.
Al centro culturale intercomunale “San Domenico” di Canicattì si è tenuta la presentazione dell’opera ultima del canicattinese Giuseppe Tardino. L’evento fa parte del progetto culturale “Il maggio dei libri” patrocinato dal comune di Canicattì a cura dell’assessore alla cultura Katia Ferrauto.
Dando un’occhiata al libro, ci ha colpito non solo il titolo “A cavallo del primo quarto di luna”, che evoca sicuramente una visione di grande serenità (immaginate la luna che nasce, con la forma di un sorriso, e proiettatevi lassù, a visione di un intero universo, in un silenzio mai udito prima) ma, a contrasto, il sottotitolo “Morire da vivo e vivere da morto” quasi si trova in contrapposizione significativa con il primo titolo dell’opera; il sottotitolo ci incute un senso di sconforto, sensazioni inquietanti e dubbiose, che ci inducono a riflettere sul senso dell’essere vivi. Il romanzo di Giuseppe Tardino vede per protagonista un bimbo che si ritrova in un’avventura (in cui forse tutti noi vorremmo ritrovarci), ovvero: girare l’universo intero! Si intrecciano così, all’interno dello scritto, realtà e fantasia e chissà magari anche un po’ di autobiografismo. La prefazione dalla Prof.ssa Mariella Pirovano, ci ha aiutato ad individuare le fonti alla base dello stile compositivo del Tardino, vi ha trovato (per dirla con le sue parole) “fantasie che sembrano rubate all’immortale Dante, riflessioni degne del grande Leopardi, immagini che sembrano prese in prestito dalla prosa del nostro conterraneo Pirandello e infine anche massime di saggezza e profondità che ricalcano il grande libro biblico dell’Ecclesiaste e della Sapienza”. La postfazione è stata curata dal Prof. Giuseppe Di Naro, il quale descrive lo stile del Tardino come pacato, provvisto di una scrittura sobria, accessibile a tutti; nello scritto leggiamo così: “il racconto si legge tutto d’un fiato e riesce a tenere il lettore col fiato sospeso fino all’ultima riga […]” “riesce ad affascinare […]” e ancora “le tematiche affrontate dal nostro autore, pur nell’apparente semplicità, toccano tantissimi campi dello scibile umano e soprattutto affrontano problematiche profonde e di notevole spessore antropologico, teologico, religioso, filosofico e sociale.”

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