"Un cosmo vivo" di Danilo Dolci. Ce ne parla Monica Brancato

27 Gennaio 2018


“Un cosmo vivo” è una antologia di poesie del 2012.
Nel volume sono inserite poesie come “il Dio delle Zecche”“Creatura”, “Da bocca a bocca”, “Se gli occhi fioriscono”, “Delirio etneo”.
Danilo Dolci, viene definito da molti il Gandhi italiano, di origine triestina si stabilisce a 27 anni a Trappeto in Sicilia dove fonda il Borgo di Dio e inizia un’opera di alfabetizzazione e anche di recupero delle aree limitrofe a Trappeto, famoso per i suoi scioperi della fame, per lo sciopero alla rovescia e per gli scritti di inchiesta e protesta, in prima linea anche durante il terremoto del Belice nel ’68 è lui che punta i riflettori nuovamente sulle zone terremotate,tra le sue affermazioni, durane quel tragico evento, che tuonano ancora oggi: “La burocrazia uccide più del terremoto”, “Qui la gente è stata uccisa nelle fragili case e da chi le ha impedito di riappropriarsi della vita col lavoro”, “Governanti burocrati: si è assassini anche facendo marcire i progetti”. Dolci diventa a tutti gli effetti più siciliano dei siciliani, figura poco nota al grande pubblico, ha attirato su di se l’attenzione dei più grandi intellettuali del mondo uno tra tutti Paul Sartre, per la grandezza della sua opera polica e letteraria indubbiamente andrebbe studiato a scuola, nelle scuole siciliane oltre ogni dubbio per il suo amore e il lavoro svolto nel trapanese. Un personaggio che dovrebbe esserci tanto caro che noi siciliani non dovremmo dimenticare.

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